Quando un nuovo farmaco di marca viene lanciato sul mercato è protetto, per alcuni anni, da brevetto. Ciò avviene per tutelare l’azienda farmaceutica che l’ha prodotto e per anni ha sostenuto dei costi di ricerca e di sperimentazione. Allo scadere del relativo periodo (generalmente 20 anni), il brevetto non sarà rinnovabile da parte dell’azienda e il farmaco potrà essere liberamente riprodotto da chiunque e immesso sul mercato a un prezzo più basso rispetto a quello del farmaco originale.
I farmaci generici, definiti anche equivalenti, non sono altro che medicinali che presentano lo stesso principio attivo, forma farmaceutica, dosaggio e via di somministrazione di quelli di marca.
Con il brevetto da un lato e la possibilità, dall’altro, alla scadenza del periodo previsto di riconoscere a tutte le altre case farmaceutiche la possibilità di produrre lo stesso medicinale e venderlo ad un prezzo più accessibile si è voluto contemperare l’interesse economico delle grandi aziende farmaceutiche con la tutela della salute, importante diritto riconosciuto ai cittadini anche a livello costituzionale.
Ma scopriamo qualcosa in più sui farmaci generici: come nascono, che differenza e se esiste una differenza rispetto a quelli di marca e a quale obbligo sono sottoposti i farmacisti.
Farmaci generici: come nascono, qual’è la differenza rispetto a quelli di marca e il ruolo della farmacia
Scaduto il periodo in cui un farmaco, prodotto da una nota casa farmaceutica, è protetto da brevetto chiunque sia interessato può, dopo aver chiesto e ottenuto l’autorizzazione da parte del Ministero della Salute, mettere in commercio l’equivalente o farmaco generico.
È bene specificare che in Italia il termine di durata dei brevetti in alcuni casi è molto più lungo (38 anni) rispetto a quello previsto dall’Unione Europea, che non supera mai i 20 anni.
Da un punto di vista farmacologico e di efficacia non c’è alcuna differenza tra il farmaco di marca e l’equivalente. Una diversità è invece riscontrabile dal punto di vista economico in quanto questi ultimi hanno un prezzo del 20% più basso.
Ciò ha indotto molte case farmaceutiche produttrici dei farmaci di marca ad abbassare il loro prezzo per evitare di perdere importanti fette di mercato. Purtroppo in Italia la cultura dei farmaci generici è ancora poco diffusa in quanto c’è un certo pregiudizio nei loro confronti.
C’è la tendenza a considerarli una sottomarca di scarsa qualità e soprattutto tra gli anziani c’è l’abitudine a preferire il farmaco di marca con la scatolina a cui si è stati sempre abituati.
In farmacia, proprio sotto questo aspetto, si tende a fare informazione sanitaria, a promuovere una maggiore cultura dei farmaci generici spiegando ai clienti la loro efficacia e consentendogli così di risparmiare senza alcun pregiudizio per la loro salute.
Farmaci generici: gli obblighi della farmacia
Partendo dal presupposto che tutti i farmacisti sono per legge tenuti ad informare i clienti della possibilità di sostituire il farmaco a marchio con quello generico, nel caso in cui quest’ultimo sia in commercio, è bene ricordare che in farmacia si può trovare qualsiasi tipo di farmaco equivalente: da quello da banco (acquistabile senza obbligo di prescrizione medica) a quello prescrivibile (acquistabile solo su ricetta medica).
Ovviamente anche per i farmaci generici si può usufruire della detrazione fiscale.
Dopo l’obbligo di informazione adempiuto dal farmacista, spetta al cittadino scegliere in totale libertà che farmaco acquistare, nella piena consapevolezza però che non c’è alcuna differenza tra i farmaci equivalenti e quelli di marca se non un certo risparmio in termini economici.